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SERAFINO VALLA E IL LAVORO COME MISSIONE NELLA NATURA: IL MAESTRO E LA SUA ARTE SI PREPARANO A DUE ANNI STRAORDINARI A PARTIRE DA CARI MAESTRI

SERAFINO VALLA E IL LAVORO COME MISSIONE NELLA NATURA: IL MAESTRO E LA SUA ARTE SI PREPARANO A DUE ANNI STRAORDINARI A PARTIRE DA CARI MAESTRI

Serafino Valla è il maestro che ha la capacità di recuperare un momento quotidiano, quasi insignificante, e trasformarlo, nella magia dei colori e nella semplicità del racconto, in un insegnamento, in una riflessione, in una meditazione che scuote profondamente l’esistenza dell’uomo.La sua presenza in Cari Maestri non vuole solo essere la vicinanza a tre maestri come Luca Alinari, Antonio Possenti, Giampaolo Talani, suoi colleghi che da un’altra regione e in altre forme hanno rappresentato, con i colori e con il disegno, l’universo umano, è anche un passaggio di testimone fra i tre grandi toscani e un grande maestro dell’Emilia che si prepara ad essere consegnato alla storia attraverso una serie di eventi e un particolare appuntamento fissato nel 2024. Daremo qualche anticipazione alla fine di questo articolo. Soprattutto oggi voglio parlare di pittura e di arte.Per farlo ho scelto quest’opera: “Siesta del pastore” del 1974.In una piccola superficie, quaranta per cinquanta, Serafino Valla ha portato un atteggiamento che accompagna l’uomo dalla storia alle tradizioni.“Non c’è bisogno di opere grandi, ma di grandi opere”: questa frase la pronunciò Antonio Possenti ad un giovane Giammarco Puntelli che stava organizzando la curatela di una sua personale.Quest’opera di Serafino Valla dimostra la grande verità pronunciata dal maestro toscano, anche lui vicino, almeno in un periodo della sua vita, alla scelta di dipingere opere di piccole dimensioni.In pochi centimetri, nei colori, nei simboli, osserviamo tutto ciò che ogni giorno ci viene detto sui telegiornali e contemporaneamente tutto ciò a cui l’uomo invece aspira, in un dialogo che può apparire contraddittorio, in realtà è ciò su cui trova fondamento la dialettica che genera l’operato dell’uomo. Serafino Valla, nella semplicità ci mostra il significato del lavoro. Il lavoro viene vissuto come missione. E ci mostra in quest’opera il momento del riposo dal lavoro stesso.In un mondo globale dove si parla di disoccupazione e di povertà, il maestro ci porta la ricchezza di un lavoro che diventa passione, rispetto per la natura, rispetto per le tradizioni, un’occupazione che è in simbiosi con i ritmi delle stagioni e con quelli del nostro corpo.Ecco che le problematiche globali del lavoro si riducono e il lavoro esalta il sentimento di una missione.Il lavoro e l’attività umana, inoltre, prevedono il riposo, ricordo l’otium dei latini come momento di giusto ringraziamento per le proprie fatiche per ricaricare le energie della vita.Tutto questo riguarda le nostre cellule, il nostro pensiero, il rispetto di tutto ciò che ci circonda.Serafino Valla, in pochi centimetri, ci porta la semplicità di un vivere quotidiano e un atteggiamento comune in tutto il mondo, con sei popoli che ne hanno fatto una caratteristica come quello messicano o quello spagnolo, ma tutti noi siamo impegnati in un lavoro che rispetti i ritmi della vita.Qualche centimetro di colore per rappresentare la spiritualità di una missione.Serafino Valla non è un naïf, è un narratore è un filosofo, è un poeta, è un pittore che sa usare i simboli per catapultarci in un’altra realtà, e lo fa con quella dolcezza tipica di un atteggiamento delizioso quanto rispettoso, illuminante quanto rassicurante, vario nei suoi temi quanto fedele alla sua poetica dell’uomo con il cappello, quell’uomo che rappresenta l’osservatore che guarda l’opera.Serafino Valla non è un naïf, parte da un atteggiamento naïf.Serafino Valla non è un naïf, la sua forma ci porta su altre riflessioni.Serafino Valla con la sua arte sarà il protagonista di due anni straordinari nei quali consegneremo, con la curatrice Giuseppina Valla, alla storia il suo atteggiamento, la sua pittura, i suoi scritti.In autunno presenteremo a Milano, con una personale dedicata al maestro, un programma che prevede due mostre: la prima nella quale opereremo verso una storicizzazione della sua ricerca, la seconda nella quale gli artisti contemporanei più autorevoli saranno pronti al dialogo con le sue opere nel segno di un’arte di conversazione e di spirito, per prepararci al 2024, ad una data significativa per il maestro, ad una data di cui parleremo e scriveremo fra qualche mese.

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