La sua pittura è il suo modo di abitare la vita, un modo di rappresentare le emozioni e le idee. Dall’infinito al Mediterraneo in tutte le percezioni che vanno dal blu all’azzurro, ad altri colori che ama, per un’arte materica che sa raccontare. Maria Mansueto, studiosa e scrittrice, si confronta da anni con una sua ricerca riconosciuta e riconoscibile, fra le più interessanti e narrative.
Dov’è nata?
Sono nata a Rocca D’Evandro, vicino a Cassino.
Quanti anni fa?
Nel 1949. Subito dopo la guerra. Intorno era tutto macerie.
I suoi genitori che cosa facevano?
Non c’era lavoro. Era il momento della bonifica dai reperti bellici. Negli anni successivi è iniziata la ricostruzione.
Dove vive?
Ho studiato a Firenze e a Roma. Dal 1975 vivo a Siena.
A che età ha cominciato a fare arte?
La pittura è da sempre un grande amore, fin dall’ adolescenza.
Quali sono stati i suoi maestri o comunque comunque c’è qualcuno o un movimento al quale si è ispirata?
Gli impressionisti, da sempre, esercitano su di me un grande fascino. I colori, l’armonia, la luce dei dipinti mi incantano.
Quando ha fatto la prima mostra?
All’ inizio ho partecipato a collettive. La prima risale al 2005 allestita nel Palazzo Pubblico di Siena. Ho portato in mostra “Luogo della luce”e “Fiori di compleanno”.
Il primo quadro venduto?
Ho venduto il mio primo quadro nel 2013. È sempre molto difficile separarmi dai miei lavori. Le mie opere sono parti di me stessa manifestate sulla tela.
Che cosa racconta la sua pittura?
La mia pittura racconta la vita. Il mio modo di stare dentro le cose, dentro le relazioni. Segni e colori sono insieme vissuto, emozione, anelito. Sono espressione, traccia e memoria dell’attimo che dilata a dare respiro alla mia fame d’infinito.
Qual è stata l’emozione più grande nella sua attività artistica?
Dipingere è una grande emozione. Sempre. Molto spesso si accompagna alla scrittura di versi. All’inizio la pagina bianca, la tela bianca sono il niente, il vuoto totale, poi, alla fine, la tela si riempie di colori e diventa uno specchio. Scrivere, dipingere è per me vitale, catartico, mi svuota e, insieme, mi riempie. Mi rigenera.
I media e il pubblico influenzano la sua arte?
La mia arte è influenzata dagli accadimenti di ogni giorno, dalla gioia e dalla sofferenza che mi rimandano. Soprattutto il dolore mi attraversa, ristagna in me e può succedere che diventi grido nei versi e sulla tela.
Dipinge di notte o di giorno?
Dipingo soprattutto di giorno, ho bisogno di luce, ma può capitare che continui a lavorare anche di notte, fin quando non riesco ad esprimere quello che mi urge dentro.
Per lei la pittura è una fatica o una gioia?
La pittura è sempre fonte di gioia. È un codice primitivo che mi aiuta ad entrare in contatto con la parte ancestrale e più profonda di me stessa, a conoscerla e ad esprimerla. Diventa faticoso quando l’impegno si protrae eccessivamente nel tempo e, nel tentativo di esprimere un qualcosa. Non riesco a fare una pausa durante la creazione.
C’è un grande maestro del passato al quale lei guarda?
Non ho un grande maestro del passato come riferimento.
Quali sono i colori che ama di più?
Amo molto la gamma degli azzurri in tutte le sfumature, ma anche il bianco, il rosso e la luce dei gialli.
Usa i colori così come sono nei tubetti o li crea?
Spremo i colori direttamente sulla tela e li impasto alla ricerca delle sfumature desiderate.
Se tornasse indietro rifarebbe l’artista?
Certamente darei più spazio ed energia a questa mia passione.
Quando ha terminato un’opera a chi la fa vedere per primo?
Sono sempre gli amici i primi a leggere i miei versi, a vedere i miei lavori. A condividere gioia, dubbi, perplessità. A loro chiedo le impressioni e ne ascolto ogni osservazione.
È più sincera nella vita o nella pittura?
Sono la medesima, nella pittura e nella vita. Mi manifesto per quello che sono. Non so essere diversa.
Se dovesse descrivere la sua pittura in poche parole che cosa direbbe?
La mia pittura è il mio modo di abitare la vita, è il tentativo di dare voce al mio sentire. Mi introduce in un’altra dimensione. Il tempo si annulla ed io mi sento come “ liberata”. Sento liberata a sua volta la passione, lo slancio che mi porto dentro verso la vita, verso l’umanità, verso il bene, verso il bello. La pittura mi porta il cuore e lo sguardo oltre, oltre ogni ostacolo a partorire il futuro imprigionato nella mia carne, nella vita di ogni essere vivente. La mia pittura è come un respiro e diventa la mia preghiera.