DANIELA REBUZZI. Artista e scrittrice, Daniela Rebuzzi pensa alla sua ricerca come la porta che conduce verso una dimensione che guarisce l’anima, il corpo e lo spirito. Intanto è pronto “Solstizio d’amore”, il suo romanzo di cui già tanto si parla, ambientato nella Marsiglia del 1812.
Questa intervista fa parte del libro Profili d’Artista (Editoriale Giorgio Mondadori) appena uscito nelle librerie. Finanza, arte, letteratura, discipline diverse e saperi diversi che fanno parte della sua realtà.
Come potrebbe raccontarsi Daniela Rebuzzi?
Il mio universo poliedrico rispecchia la mia anima e la mia arte, in espansione verso la continua trasformazione dell’esistenza. La curiosità, la ricerca e la sperimentazione artistica permangono sinonimi di una magnifica danza tra i miei mondi per ritrovare il mio equilibrio interiore.
Cosa è per lei l’arte?
Per me l’arte è esprimere la parte che non si vede, la parte invisibile, la parte spirituale. Lo faccio ritagliandomi uno spazio che è il mio pensiero per il mondo, con un’arte che non ha limiti come non ci sono limiti per ciò che è spirito e non è corpo.
Come descriverebbe la sua arte?
Non amo molto etichettare la mia arte. Potrei pensarla come la porta che conduce verso una dimensione che guarisce l’anima, il corpo e lo spirito. Mi piacerebbe pensare che l’uomo possa ritrovare la chiave per riaprirla!
Quali sono le mostre che ha fatto e che valuta fondamentali?
Negli ultimi dieci anni la mia attività artistica ha avuto un’importante espansione. Dal 2013 ad oggi, dunque, la mia fortuna critica è cresciuta, anche grazie a mostre ed eventi internazionali, in Italia, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Emirati Arabi, Austria e al di là dell’oceano, negli Stati Uniti, a Miami e New York, in particolare, con esposizioni personali o mediante importanti progetti condivisi con altri artisti.
La sua ricerca d’arte dove sta andando?
Ho trascorso quest’ ultimo anno dedicandomi alla sperimentazione e alla ricerca di nuove tecniche e materiali da utilizzare per esprimermi attraverso la tela. Per quanto riguarda la scultura invece mi sono dedicata a nuovi progetti in marmo.
Altra grande passione e abilità la scrittura. Come nasce in lei la voglia e l’esigenza di scrivere?
L’esigenza di scrivere è nata in contemporanea alla mia passione per l’arte. Dal taccuino alla tela, dalla parola ai colori. La creazione si trasforma in poesia, citazione, pensieri, disegni, schizzi, nuove idee che attraverso la pittura diventano opera. La spatola non sarebbe senza la penna e la penna senza la spatola.
È una lettrice? Quali generi predilige?
“Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro di dirà” (San Bernardo). Fedele alla citazione mi definisco una lettrice un po’ anomala. La mia sete di sapere mi catapulta nella lettura di più libri in contemporanea. Una lettura veloce, selettiva e pragmatica che mi trasporta tra i saggi, romanzi, libri d’arte, biografie, neuroscienze, antropologia e tanti altri.
Sappiamo che sta scrivendo un romanzo. Cosa significa per lei?
Ho appena terminato di scrivere un romanzo spinta dal desiderio di esprimere in parole ciò che nella mia mente appare come immagine, come colore, come pennellata, come texture. Il mio desiderio quindi di trasformare l’immagine in parola e la parola in immagine.
Di cosa parla?
“Solstizio d’amore” è un romanzo storico ambientato nella Marsiglia del 1812 e si svolge tra il solstizio d’estate e quello d’inverno in concomitanza con la Campagna di Russia, l’invasione Napoleonica dell’Impero Russo che termina con la disastrosa sconfitta francese. Sei mesi che tracciano anche la passione che sfocia incontrollabile e tormentata tra i due protagonisti principali.
Mentre lo scriveva quale messaggio pensava di dare ai lettori?
Il messaggio che desidero dare ai lettori attraverso la lettura del mio romanzo è di ritrovare la consapevolezza nei riguardi delle aspirazioni e delle aspettative genitoriali. Spesso vengono alimentate dall’incontrollabile possessività costringendo i propri figli a vivere lontano dai propri sogni e dalla loro autenticità.
Perché dovrebbero leggere il suo romanzo?
Dovrebbero leggere il mio libro proprio per lo stesso motivo per cui lo spettatore dovrebbe soffermarsi davanti ad un mio dipinto. Per lasciarsi cullare in una dimensione che ci fa riappropriare della nostra esistenza.