Avviare il processo del passaparola e trasformare un’opera d’arte in un’icona: Shepard Fairey e Hope
Questo è il secondo articolo che pubblico sul mio blog per raccontare le più importanti caratteristiche che oggi hanno i maestri più autorevoli e popolari in Italia e all’estero. Per rispondere alla stessa domanda che più volte mi viene rivolta da tanti artisti emergenti che vogliono vivere della loro arte: “Come si fa ad avere successo?”. Prima di questo vi invito a leggere il precedente articolo dedicato a Olafur Eliasson. Oggi un altro straordinario artista dei nostri giorni. La strada e la città come luogo di mostra: dalle icone alla ricerca d’arte. In questo articolo scrivo su uno dei fenomeni artistici emersi a livello internazionale in questi anni. Si tratta di Shepard Fairey. L’artista, attuale firma internazionale di arte contemporanea, merchandising e abbigliamento dedicato, con mostre e opere all’aperto in vari paesi, si è fatto notare per aver messo sui muri di Providence stickers ovvero adesivi con la scritta Andre The Giant has a Posse. Riproducono il volto del lottatore di wrestling Andre’ the Giant, una delle figure leggendarie del palcoscenico di uno degli sport più diffusi e spettacolari negli Stati Uniti e non solo. Così nasce la firma OBEY. La sua firma. Da un’operazione di Guerrilla Marketing che stupisce gli abitanti di Providence avviando il passaparola, invitando allo sviluppo di un pensiero critico. Produce un effetto mediatico importante dando agli spazi urbani un ruolo diverso. Il suo nome è legato soprattutto all’opera Hope. Nell’opera il volto di Barack Obama. In questo caso l’opera che diventa una vera e propria icona nella campagna elettorale del futuro presidente. In quel manifesto Fairey mette i colori simbolo degli Stati Uniti che si percepiscono in modo non evidente ma chiari alla coscienza, recupera un modo di esprimersi artisticamente già usato da Andy Warhol rinnovandolo, e conversa con la mente degli americani in modo quasi ipnotico visto che il volto di Obama ricorda quello di J.F. Kennedy in un’altra immagine. La speranza torna così ad emergere, attraverso un’opera d’arte che diventa icona. Una volta eletto, il presidente invia una lettera a Fairey per ringraziarlo con le seguenti parole: “Ho il privilegio di essere parte della tua opera d’arte e sono orgoglioso di avere il tuo sostegno”. Shepard Fairey mostra con il suo operato altre due caratteristiche di successo dell’artista contemporaneo. La prima è creare un processo mediatico e di passaparola che catturi l’attenzione non provocando (spesso le provocazioni hanno vita breve nella mente del pubblico) ma suscitando una riflessione e una discussione utilizzando spazi di passaggio come quelli urbani, non adatti a opere d’arte ma a messaggi che poi rimandano indirettamente a un pensiero sull’Estetica e sull’Arte. La seconda è saper ricreare un sentimento legato ad un’opera d’arte condiviso nello spirito da buona parte della popolazione. Hope, la “Speranza” ha colto un moto dell’animo degli americani creando la sintesi fra storia e futuro del paese. L’artista contemporaneo di successo deve saper attivare con la sua arte e la sua creatività un passaparola fra la gente e magari fra i media, e deve essere capace di creare icone, simboli condivisi e rappresentativi di un’idea o di un momento storico. Nel prossimo articolo vedremo altre caratteristiche dell’artista contemporaneo di successo.