LA RESISTENZA DELL’ARTE IN DIALOGO CON IL MISTERO IN UN’OPERA DI STEFANO SOLIMANI
Pubblico su questo blog il mio testo critico dal libro Le Scelte di Puntelli-La Resistenza (Editoriale Giorgio Mondadori). Il testo è sull’opera Agostino e l’Angelo del 2023 del maestro Stefano Solimani.
Quando l’arte diventa riflessione e studio sui temi della filosofia e della teologia, per cercare una tesi che possa indagare ulteriormente i contenuti e i teoremi del pensiero, supera tutte quelle divisioni fra arte della tradizione e avanguardia, arte figurativa e attenzione al colore. All’apparenza figurativa quest’arte porta il seme di una rivoluzione che è anche una rievoluzione, l’eccellenza tecnica diventa strumento al servizio del pensiero. La razionalità e il racconto diventano dominanti nonostante la figurazione assuma un’attenzione particolare all’inizio vista la cura dei particolari e l’orientamento verso una Bellezza che è descrizione umana del percorso. Il maestro Stefano Solimani ha abituato il suo pubblico, un pubblico internazionale, che frequenta i musei, che sono a loro volta fruitori della ricerca del maestro, attraverso cicli che fanno parte del racconto e della cronaca dell’arte contemporanea italiana dei nostri anni, pubblicati e riportati nei cataloghi più autorevoli e di larga divulgazione. Voglio ricordare il ciclo dedicato alle donne nella storia realizzato con un’unica modella per favorire il senso del cambio di ruolo e di identità dovuto alle circostanze, al tempo e alla storia trattata nell’opera.
Voglio ricordare il ciclo di carattere spirituale dove si assiste ad una teatrale lotta fra il bene e il male e ai tanti interrogativi legati alla parte non fenomenica del Creato. Recentemente il maestro ha deliziato il proprio pubblico prendendo in considerazione anche il tema del tempo tanto presente nella storia dell’arte da Vermeer a Turner. In quest’opera che ho scelto per la resistenza troviamo Agostino di Ippona che sembra essere il protagonista. La pittura ricorda l’episodio di sant’Agostino in riva al mare in meditazione sul mistero della Trinità, volendolo comprendere con la forza della ragione. Il santo osserva un bambino che con una conchiglia sta versando l’acqua del mare in una buca. Incuriosito, chiede spiegazioni al bambino che risponde: “Voglio travasare il mare in questa buca”. Sant’Agostino spiega l’impossibilità dell’operazione e il bambino replica: “Anche a te è impossibile scandagliare con la tua mente il Mistero”. Stefano Solimani nella parte destra dell’opera mette tutta la parte umana di sant’Agostino, che sorregge la sua persona con la razionalità rappresentata dal bastone, a sinistra l’Angelo, il bambino che, pur vedendo il tentativo rappresentato dalla mano del santo di indagare il Mistero, volge la mano verso l’alto, indicando il cielo e ciò che non può essere chiarito e compreso con la sola ragione. Nell’opera tutta la complessità del rapporto fede e ragione e tutta la complessità dell’indagine sul Mistero, un pensiero filosofico portato alla nostra attenzione attraverso l’eccellenza della pittura. In basso la croce di Malta o croce di san Giovanni, i cui cavalieri sono vicini agli agostiniani, un simbolo le cui otto punte, secondo san Matteo, possono simboleggiare le beatitudini oppure gli otto principi che dovevano rispettare gli antichi cavalieri.