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QUALCHE LEZIONE CHE IL MONDO DELL’ARTE E DELLA CULTURA PUÒ PRENDERE DALLO SPORT

QUALCHE LEZIONE CHE IL MONDO DELL’ARTE E DELLA CULTURA PUÒ PRENDERE DALLO SPORT

Cinque lezioni che lo sport regala al mondo della cultura e al mondo dell’arte. Premesso che tanti artisti, scrittori, poeti, giornalisti e operatori del mondo della cultura conoscono e mettono in pratica queste lezioni, posso tranquillamente affermare che la maggior parte non le conosce, ed è evidente dalle azioni.

È un’estate davvero magica per lo sport. Dal 7 al 12 giugno gli atleti più forti hanno partecipato allo stadio Olimpico, nel parco del Foro Italico, e in alcuni luoghi della capitale, ai Campionati Europei di Atletica Leggera di Roma 2024, a poco più di un mese da Parigi 2024, la nazionale di calcio è impegnata nel Campionato Europeo e nel tennis Sinner si è posizionato al primo posto al mondo con tredici titoli vinti. E in mezzo a tutto questo una squadra che mi sta a cuore e che sta a cuore alla mia città, la Carrarese calcio, per niente favorita, ha stupito tutti entrando in serie B. Quali lezioni lo sport sta insegnando al mondo dell’arte e della cultura?

La pazienza. Contro ogni aspettativa, con un lavoro serio e dopo annate senza gioia e con poche vittorie, coltivando la pazienza, la Carrarese calcio è andata in serie B. Oggi troppi scrittori e troppo artisti si aspettano, dopo pochi anni, di incontrare applausi, successi, soddisfazione e soprattutto di essere compresi e accolti dal pubblico contemporaneo, un pubblico sempre più distratto e frettoloso. Magari non mettendo in campo le giuste strategie. Non conosco un successo letterario o d’arte che sia stato causato da pura fortuna o da un’immediata comprensione o accoglienza da parte del pubblico. Dagli scrittori più importanti e conosciuti agli artisti più amati dal mercato e stimati dalle istituzioni, proprio tutti hanno dovuto coltivare in profondità la disciplina di saper attendere, la perseveranza, la costanza, una pazienza che li portava costantemente a credere nel loro lavoro e a farlo come missione di vita indipendentemente dal successo. Il successo era solo la conseguenza del seguire una passione con professionalità. Il marketing e la comunicazione aiutano ma non sono il tutto, aiutano chi ha davvero qualcosa da dire.

Seconda lezione: saper affrontare la paura. Troppi scrittori e troppi artisti non si mettono veramente in gioco per la paura del rifiuto, di non essere capito, di non essere apprezzato. Hanno paura non tanto del giudizio, quanto di vedere disattese le proprie aspettative. Peccato: se non credono in loro stessi nessuno potrà farlo. Gli atleti che fanno parte dei vari contesti dell’atletica leggera trascorrono ore di sofferenza in allenamenti a volte estremi, con gli occhi fissi sul proprio obiettivo e con la volontà di dare il meglio. Le delusioni fanno parte del gioco.

La terza lezione è la coerenza. In questo caso non mi riferisco agli artisti e agli scrittori che seguono una vocazione in piena evoluzione ma a coloro che cambiano continuamente la propria proposta artistica o per avere attenzioni del pubblico oppure per seguire la propria insoddisfazione. Stati d’animo depotenzianti non hanno mai creato nulla di buono, sia in una performance sportiva, sia in un libro, sia in una poesia, sia in una canzone, sia in un’opera d’arte. Occorre prendersi cura del proprio pensiero e del proprio animo seguendo criteri di coerenza.

Quarta lezione: fissare l’obiettivo non perdendolo di vista. Questo è tipico di ogni sportivo. Spesso l’artista o lo scrittore perdono completamente di vista il proprio obiettivo, perdono la strada maestra, perdono treni che non passeranno mai più.

Quinta lezione: la felicità e il successo è già presente nell’atto che rende concreta la propria vocazione e il proprio dono. Un atleta ha presente l’obiettivo che spesso è legato alla vittoria. Ogni atleta professionista ha come primo obiettivo quello di innalzare i propri standard. Questo crea gioia insieme alla pratica sportiva. Quanti artisti, scrittori, giornalisti, poeti, cantanti e attori attendono il successo determinato dal pubblico per avvertire il senso dell’intero processo e la felicità che cercano. Dovrebbe bastare la felicità di mettere in pratica con professionalità la propria passione. Il consenso e l’entusiasmo della gente e degli addetti ai lavori sono solo quella conseguenza che possono amplificare uno stato d’animo che deve essere presente ogni giorno solo per il dono che l’atleta, l’artista o lo scrittore ha ricevuto con la propria nascita.

Cinque lezioni dallo sport alla cultura perché a volte occorre spegnere la mente e seguire il proprio cuore nonostante la fatica e le delusioni, imparando che il divertimento e la felicità inizia dal poter praticare la propria attitudine seguendo la leggenda personale.