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MARIO DALL’ACQUA PIONIERE DEL DIALOGO FRA ESTETICA ED ETICA

MARIO DALL’ACQUA PIONIERE DEL DIALOGO FRA ESTETICA ED ETICA

In questi giorni sto preparando due mostre a mia cura del maestro Mario Dall’Acqua. Nascita della Speranza con opere di tema e significato religioso dal 31 ottobre al 10 gennaio presso il Museo di San Giovanni a Fivizzano e una sua personale dal 5 al 19 dicembre all’Archivio Galleria Lazzaro by Corsi a Milano.

A seguire il mio testo critico sull’opera del maestro “La lunga linea della povertà” del 1993 dal mio libro Le Scelte di Puntelli-La Resistenza (Editoriale Giorgio Mondadori).

L’arte, con le sue visioni, anticipa fenomeni, dibattiti, tendenze. È sempre stato così ed è il motivo per cui tanti artisti che sono consegnati agli studi della storia
dell’arte vengono indicati come visionari.
Mario Dall’Acqua è un maestro che rientra in questa classificazione a buon diritto, per una serie di opere e una ricerca coerente e cristallina nei contenuti quanto eccellente e sorprendente nella tecnica. Nell’opera presa in considerazione, realizzata nel lontano 1993, diventa pioniere nel portare nell’Estetica un dibattito che riguarda l’Etica e il fenomeno dei flussi migratori.
L’intuizione parte da una profonda meditazione, consapevolezza di una biografia lontana all’inizio da posizioni di privilegio. Cresciuto in un ambiente onesto e contadino, scoperta da giovanissimo la vocazione che lo conduceva all’arte, l’ha sviluppata negli studi e nelle accademie di maggior prestigio in Italia distinguendosi per la ricerca e l’elaborazione di contenuti con una tecnica originale.
Non dimenticando le proprie origini ha sempre avuto grande attenzione per tutti gli aspetti studiati dalla sociologia e trasmessi con forza e sentimento dai colori e dal disegno.
In questo caso dimostra un’attenzione non comune verso i flussi migratori e tutto ciò che li accompagna: disagio, pericolo, paura, incertezza e soprattutto povertà.
Ecco che La lunga linea della povertà del 1993 è un’icona dei nostri tempi con un mae­stro che ha anticipato il futuro nella percezione e in tutte quelle sensazioni che oggi appaiono chiare e purtroppo quotidiane nelle cronache.
La resistenza di Mario Dall’Acqua è quella che ha al centro i rapporti umani, le situazioni di disagio, i valori di una società giusta e onesta.
Quest’opera porta con lo stile e l’eleganza formale del maestro tutta la drammatica situazione che vivono alcuni popoli e soprattutto alcuni individui.
I colori vengono utilizzati per sottolineare stati d’animo nella rappresentazione degli individui: lo aveva fatto Van Gogh rappresentando l’umore e il disagio sui
volti con l’utilizzo del verde nella pittura dei ritratti.
Il maestro Mario Dall’Acqua ci porta così a contatto con una pittura colta e raffinata, passionale e dai forti temi sociali, facendo notare una collettività disperata e sofferente con tutti i suoi livelli di paura e di disagio sottolineati dal colore, dalla postura, dal rapporto dei personaggi fra loro.
La resistenza del maestro è l’attenzione ai più deboli, alla vita e ai valori di un nuovo e antico modo di vivere, il tutto trasmesso con un messaggio che possiamo
definire universalmente comprensibile.

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