QUAL E’ LA SOLUZIONE DEL DELITTO DI LEONARDO? LA RACCONTA ALBERTO SACCHETTI
Massa -Torino, Torino-Massa.Leonardo viaggia. Non aveva scelta: la sua mente aveva visto il futuro. E se avesse potuto hackerare i suoi parametri vitali per portare la sua esistenza verso una durata di centinaia di anni, avrebbe inventato aerei, treni e tanto altro.Leonardo viaggia con la sua mente, con i suoi pensieri e con le sue leggende e questa volta ha voluto essere presente al Salone del Libro di Torino. Ed è stato rappresentato da un portavoce di grande esperienza e creatività. Un portavoce che gli sarebbe piaciuto perché come lui riesce a cavalcare la linea sottile che separa la verità dalla fantasia, trasformando vicende di uomini in un qualcosa di verosimile che appassiona e non consente al lettore di liberarsi dalle pagine del libro che cattura l’attenzione come i dipinti del Maestro alla Galerie des Italiens. A proposito, stiamo parlando del romanzo “Il delitto di Leonardo” pubblicato da Eclettica, ora in bella mostra nella XXXIV edizione del Salone del Libro di Torino, presente fra le manifestazioni.Il suo autore?Un giornalista che sa indagare, sa dirigere, sa fare inchiesta e soprattutto sa raccontare. E questa volta tiene incollato non il lettore di quotidiano al caso di cronaca nera ma il divoratore di romanzi dalla prima all’ultima riga, per scoprire il perché di un delitto che profuma d’arte e puzza di mistero, un delitto che giusto un investigatore della parola come lui avrebbe potuto seguire lungo le accelerazioni intellettuali di un artista entrato nel mito.Il giornalista, anzi, scusate, lo scrittore è Alberto Sacchetti, grande professionista, maestro di giornalismo per intere generazioni, soprattuto un mastino che non molla l’inchiesta, che non molla l’indagine sulla psicologia dei personaggi e soprattuto artista a sua volta nel far emergere l’emozione che si cela fra i comportamenti. Fra le ombre degli uomini.Passiamo alla trama, senza raccontare nulla. Altrimenti, come avrebbe detto Andrea G. Pinketts “ Che cxxxo di noir sarebbe!”, e lo avrebbe detto seduto a Le Trottoir fra una birra e un buon sigaro. Perché si sa, chi scrive “letteratura gialla” deve aver vissuto la strada, l’inchiesta, deve avere fatto “ il ficcanaso” nelle situazioni degli altri e soprattuto deve capire al primo sguardo l’anima delle persone. E naturalmente non deve rivelare la trama. Alberto sa fare tutto questo molto bene, il dottor Sacchetti lo fa in maniera scientifica e attenta.Nell’affrontare un’impresa letteraria di questo tipo c’era un altro grosso problema che il nostro avventuroso scrittore doveva affrontare e questa volta non era la sfida all’ignoto o un’inchiesta giudiziaria o di nera, era qualcosa di molto più pericoloso.La creazione di un romanzo che emerge dalla storia. Ovvero una fantasia che doveva essere inserita nelle due dimensioni dello scorrere del tempo, quella storica e sociale, e nel 3D di un libro lontano dalla noia di inutili dati storici ma vicino alla passione delle migliori serie di Netflix per mandare a letto tardi il lettore non consapevole dello scorrere del tempo.E qui il giornalista si ferma, scende dal treno, si beve un caffè e deve entrare per ore nelle biblioteche, facendo quello che abbiamo fatto decine di volte noi cultori della materia e ricercatori nella storia dell’arte per capire i segreti fra parola dipinta e vicende storiche degli artisti. Lo aveva già fatto nella sua tesi, occupandosi di storia moderna, lo aveva fatto per altri libri, lo aveva fatto per sua cultura personale. Questa volta l’impegno sarebbe stato maggiore. Ma si sa, un giornalista, che come dice Minà, che proprio in questi giorni festeggia il compleanno, che si definisce tale deve essere pronto ad affrontare le sfide di ieri, di oggi e di domani, rimanendo sempre coerente a se stesso.Da Bettiza a Montanelli, a Cervi, a Gervaso, qualcuno lo aveva già fatto.Alberto Sacchetti entrava nella storia indagando una vera rockstar dei secoli dell’arte passata. Ne esce così un romanzo che non si legge tutto d’un fiato, si beve tutto in un sorso sempre ricordando Andrea G. Pinketts, un romanzo che presenta il senso di ogni frase e frasi piene di sensi che si diramano fra storia, arte e racconto giornalistico. Ne esce uno scrittore che accompagna il lettore in un ottovolante di emozioni, di scoperte, fino a farlo abbandonare il bagnasciuga della storia per saltare sulla barca della fantasia e prendere il largo mosso dal vento del mito e della leggenda. E se comunque un romanzo deve essere semplice, lo insegna Hemingway, a proposito di grandi giornalisti, rendere accessibile Leonardo avrebbe potuto essere un’impresa davvero epica. Il cavallo di Troia che consente allo scrittore de “ Il delitto di Leonardo” di catturare il cuore e la labirintica mente del lettore passa attraverso una scrittura semplice, piacevole che trasforma la fantasia in una storia vera. Noi lettori ci troviamo a pensare che quanto scritto da Alberto Sacchetti sia accaduto veramente, semplicemente c’era bisogno di un giornalista serio e capace che avesse voglia di prendere il treno del tempo, come quello che da Massa porta a Torino, per tornare all’epoca di Leonardo, informarsi e raccontare, perché solo così avremmo potuto sapere di una vicenda narrata a pochi. L’ottimo lavoro della casa editrice sta nel divulgare questo libro: riportiamo a seguire la presentazione della trama. Il mio consiglio è che le presentazioni possono essere solo il prologo dell’acquisto altrimenti sarebbe come entrare in un ristorante 3 stelle Michelin e accontentarsi di sentire i profumi delle delizie dello chef.Da Massa al Salone del Libro di Torino.Da Torino l’emozione e la voglia di conoscere Leonardo tornerà a Massa per un appuntamento unico ed esclusivo.È in preparazione la presentazione del romanzo in una serata speciale dedicata all’arte e a Leonardo al Castello Malaspina.Intanto la domanda è una sola: quale sarà la soluzione del delitto di Leonardo?Buona lettura.
La trama
Quale messaggio esoterico è protetto dalla Vergine delle Rocce? Cosa ha a che fare Leonardo da Vinci con una misteriosa Confraternita gnostica che lo mette alla prova? Perché l’artista è accusato dell’omicidio di un ricco mercante suo amico? Nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, dove si incontrano personaggi del calibro di Andrea del Verrocchio, maestro di Leonardo, e frate Luca Pacioli, religioso, matematico, enigmatico personaggio rinascimentale, si sviluppa un giallo storico che vede il grande artista di Vinci finire in carcere. È stato lui ad uccidere il suo Custode Lorenzo Prudens? Due investigatori, il capitano Annibale Corsini, braccio armato degli Otto di Guardia e di Balìa, e Tommaso Ferrone, detto il Falco, mercenario al soldo di Ludovico Sforza, indagheranno sul delitto commesso in una casa signorile nel cuore di Firenze. Molti i colpi di scena tra amore, odio, esoterismo e colpi di spada. Il caso sarà risolto grazie anche alla sapienza di un alchimista fiorentino e all’astuzia di una prostituta.