LE ORIGINI DEL SUCCESSO DI UNA MOSTRA
Quando propongo una mostra ad un museo o ad una istituzione, il mio obiettivo è il successo della mostra in termini di popolarità e apprezzamento, visitatori, domande e richieste, al punto tale che altre istituzioni da altre regioni richiedano una mostra dello stesso artista. Il successo si vede subito dalla risposta della proposta culturale della mostra e magari arriva una conferma eccezionale. Sto pensando al caso in cui l’istituzione o il museo chieda al curatore di poterla prolungare, cosa che avviene davvero raramente in Europa. È successo con la personale a mia cura allo SPIN di Guglielmo Spotorno a Siena per una personale prolungata a richiesta per oltre un mese raddoppiando il tempo di mostra. In questi giorni un’altra proposta. Ho ricevuto una telefonata dal MACI di Imperia e dall’amministrazione comunale della città ligure. Visto l’impatto della mostra a livello culturale “La Forma dell’Anima” di Silvia Caimi, a mia cura, che ho preparato con il maestro nella selezione delle opere, nella comunicazione e soprattutto nel pensiero che ha generato la narrazione, sarà prolungata. Non di qualche giorno. Doveva terminare in questi giorni, hanno chiesto a me e a Silvia Caimi di prorogarla al Museo d’Arte Contemporanea, al MACI di Imperia fino al 12 settembre. Abbiamo accettato con gioia. In questi giorni le agenzie di stampa, Il Secolo XIX e La Stampa riporteranno la notizia come è successo per La Nazione, Il Corriere di Siena e Il Corriere della Sera per quella di Guglielmo Spotorno. Il successo di una mostra nasce non dall’organizzazione della stessa come pensano tutti, ma dall’idea e da come comunicarla, e il tutto parte dal decidere “come condividere” con il pubblico e le istituzioni il racconto dell’anima dell’artista attraverso una selezione attenta delle opere. E naturalmente da quale punto di vista decidiamo di raccontare la sua storia pittorica o plastica. Chiaramente l’artista deve avere una consolidata identità, deve avere un’arte “originale”, tecnicamente eccellente e avere il coraggio del racconto, sia del racconto della sua storia personale sia del racconto della propria anima. Lo faceva Alinari, lo faceva Possenti, lo faceva Talani e, se andiamo indietro, nella loro dimensione, lo faceva Rembrandt, Turner, Van Gogh, Klein, Hopper, Matisse, Leonardo, Michelangelo, Picasso e i grandi della storia. Questo lo sanno fare molto bene i grandi maestri con cui ho fatto e sto facendo personali e progetti. Questo lo sa fare Guglielmo Spotorno. Questo lo sa fare Silvia Caimi nel suo racconto dell’Anima.