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SILVIA CAIMI E LA BELLEZZA CHE NON APPARTIENE AL MONDO SENSIBILE, MA CHE ATTRAVERSO ESSO CI PARLA DI UNA REALTA’ SUPERIORE, ETERNA E IMMUTABILE

SILVIA CAIMI E LA BELLEZZA CHE NON APPARTIENE AL MONDO SENSIBILE, MA CHE ATTRAVERSO ESSO CI PARLA DI UNA REALTA’ SUPERIORE, ETERNA E IMMUTABILE

La ricerca di Silvia Caimi emerge da un contesto filosofico nel quale il movimento dei corpi nelle sue tele è simbolo e riflesso del moto dell’anima. Un processo dal fisico al non fisico che trova le sue radici in un pensiero antico, legato alla tradizione neoplatonica. Ci troviamo davanti alla visione dell’anima come realtà immateriale, in costante tensione verso l’Uno. In ogni sua opera risuona così la potenza di una pittura dove i corpi delle sue figure, lontani dall’essere meri oggetti di studio anatomico, si rivelano come veicoli di un movimento interiore, trascendente, che rivela il legame profondo tra l’uomo e il divino.

Se l’anima è l’intermediario tra il mondo sensibile e quello intelligibile, il movimento del corpo è la manifestazione visibile di una dinamica invisibile, quella dell’anima che, pur essendo vincolata al corpo, tende costantemente a elevarsi verso una dimensione superiore, verso l’Unità. La pittura di Silvia Caimi si fa quindi riflesso di questo percorso di ascesi spirituale, in cui il corpo si dissolve nelle forme evanescenti e fluttuanti.

Le figure del maestro sono immerse in un moto perpetuo, che non segue le leggi della fisica, ma quelle dell’anima. Sono corpi che si muovono nello spazio senza rispettare la gravità come se fossero sospesi tra due mondi: quello della fisica e quello dello spirito. La sua tecnica pittorica contribuisce a creare un’atmosfera di rarefazione, in cui il confine tra il visibile e l’invisibile si fa labile e incerto. Il corpo non è più il limite della condizione umana, ma diventa una porta, un varco attraverso il quale il maestro suggerisce la presenza di un “oltre”, di un mondo altro, accessibile solo attraverso l’esperienza estetica e contemplativa. In questo senso, la sua ricerca non è semplicemente un’interpretazione figurativa del corpo in movimento, ma una riflessione profonda sul rapporto tra l’umano e il divino. Ecco perché con lei gli eroi scendono davvero dall’Olimpo, protagonisti di un moto perpetuo e circolare che richiama alla mente le antiche narrazioni.

Il riferimento al mondo degli eroi greci appare inedito in questa mostra a Teramo a L’Arca Laboratorio per le arti contemporanee dal 14 settembre al 20 ottobre. L’idea che l’uomo possieda un senso del divino, una scintilla che lo lega agli dei e che, attraverso la passione, il sacrificio e l’arte, egli possa riscoprire quella dimensione superiore che lo avvicina all’eternità, è un elemento determinante della sua poetica.

Le sue figure, a tratti quasi disincarnate, richiamano la perfezione formale, ma allo stesso tempo se ne distaccano, inserendosi in un contesto contemporaneo, dove il corpo è allo stesso tempo strumento e simbolo. Le figure si fondono con lo sfondo, in un processo di continua metamorfosi che richiama il fluire ininterrotto dell’essere, il divenire incessante della vita. È come se il maestro cercasse di rappresentare non tanto il corpo in sé, ma la sua trasformazione, il suo movimento verso una dimensione altra. Le figure non si limitano a occupare lo spazio, ma lo trascendono. In questo, si può riconoscere un eco del pensiero plotiniano.

L’arte di Silvia Caimi si inserisce dunque in una tradizione di pensiero che vede nell’arte non solo una forma di espressione estetica, ma un mezzo di accesso al trascendente. La sua pittura diviene una sorta di meditazione visiva sul rapporto tra corpo e anima, tra materia e spirito, tra l’umano e il divino. Le sue figure, pur nella loro fragilità suggeriscono una condizione di appartenenza a un mondo superiore, a una dimensione che, pur restando invisibile, si manifesta attraverso il movimento e la bellezza, un movimento che passa, scomparendo, anche da una tela all’altra.

È una bellezza che non appartiene al mondo sensibile, ma che attraverso esso ci parla di una realtà superiore, eterna e immutabile.